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Starbucks: la caffetteria ispirata all’espresso italiano

“One coffee, please” Howard è affascinato dal modo di preparare il caffè da parte del barista italiano. Anche solo vedere la preparazione, è qualcosa di magico per lui. “Mmh buono” dice con il suo accento americano. Il barista gli sorride “Noi italiani sappiamo come creare un buon caffè”. Howard non capiva se quelle parole erano state dette davvero o se erano stati solo i suoi pensieri a giocarli un brutto scherzo. Ma, non si mise a discutere, perché ci credeva davvero a quelle parole. Proprio come credeva in Starbucks.

Howard Shultz, non è il vero fondatore di Starbucks, ma è colui che ha portato la caffetteria al successo. Un successo cosi grande che in molti hanno provato ad imitarlo.

Icona degli hipster e degli aspiranti scrittori, Starbucks conta più di 27mila locali nel mondo, grazie ai suoi famosi caffè e dolci da gustare comodamente al tavolo con il wifi sempre a disposizione.

Icona degli aspiranti scrittori? Non troppo diverso dai fondatori

Starbucks nasce a Seattle nel 1971 dall’idea di tre partner, che casualmente rappresentano i clienti del locale: Jerry Baldwin, insegnate d’inglese, Zev Siegl, insegnate di storia, e Gordon Bowker, scrittore. Anche il nome sembra fatto apposta per i clienti. Infatti scelsero il nome ispirandosi a Starbuck, il primo ufficiale quacchero di “Moby Dick”, dopo un lungo studio sull’efficacia del nome.

La differenza principale, con lo Starbucks di oggi è la funzione del locale. Questo è perché i tre fondatori erano affascinati dal mondo della tostatura dei chicchi di caffè che decisero di aprire una torrefazione.

Forse avrete notato, che in alcuni locali di Starbucks, si può ammirare il processo di tostatura del caffè. Ora sai il perché di questa scelta: è un chiaro tributo alla sua nascita.

Nel 1987 i tre proprietari decisero di vendere la catena all’ex manager Howard Schultz, che iniziò a portarla fuori dai confini di Seattle a trasformarla in un progetto di grande successo.

Il problema nasce in Italia, quando nel 2018, Starbucks apre il suo primo locale a Milano: gli italiani tengono troppo al caffè. Per questo motivo vedono Starbucks come, si suol dire, “americanata”. Oltre a pensare che sia di bassa di qualità, ma con un grande impatto commerciale portando problemi alle piccole attività.

Starbucks, quando aspettativa e realtà sono la stessa cosa

Starbucks è uno di quei locali dove ciò che si pensa sia è ciò che è.

Essendo icona degli scrittori, ha del fiabesco nel suo logo: una sirena a due code, imitata da altre caffetterie sperando di attirare in mondo subliminale i clienti.

Ha avuto anche un grande impatto a livello socio-culturale. Starbucks ha promosso varie iniziative di stampo ecologico: dal riciclo della carta fino alla sensibilizzazione sugli sprechi; le caffetterie, infatti, iniziarono nel 1999 a regalare i fondi di caffè a chiunque li volesse utilizzare per il compost del proprio orto casalingo.

Inoltre, con la catena di coffee house Schultz è stato in grado di far conoscere agli americani il mondo del caffè e a rafforzare un nuovo modo di vederlo e di viverlo: il take away, ovvero poter andare in giro con il proprio frappuccino o pumpkin spice latte, con un elemento importante: avere il bicchiere con il proprio nome scritto assieme al logo.

Insomma, Starbucks è la caffetteria più social che esista, perché chi non farebbe una storia su instagram del proprio bicchiere targato Starbucks.

Non si dovrebbe guardare altre persone arricchirsi con le vostre idee. La differenza tra successo e fallimento è la volontà di continuare a inseguire il tuo sogno.

Howard Schultz