Spotify

Spotify: la piattaforma che superò Napster

“Sono arrivato ad un punto in cui, i soldi, posso dirlo con certezza, non fanno la felicità” il viso stanco di Daniel si riflette nello specchio davanti al letto. Adesso poteva avere tutto, ma gli sembrava di avere niente. La depressione lo stava logorando da dietro e non risparmiava neanche un centimetro del suo corpo. “Non posso fermarmi qua!” Le mani che si stringono in pugni, la mascella serrata e lo sguardo fermo, lasciano pensare che Daniel ora creda veramente nelle sue parole, nella possibilità che finalmente potrà dare un tocco di cambiamento non solo nella sua vita, ma anche in quella degli altri. 



La storia, di cui oggi parleremo, è legata a Daniel Ek, il fondatore della piattaforma di streaming musicale più usata al mondo: Spotify! 




La nascita di Spotify

Daniel Ek nasce a Ragsved, sobborgo di Stoccolma, nel 1983. È amore a prima quello tra lui e la tecnologia e all’età di 5 anni riceve il suo primo pc, mentre a 14 anni inizia a lavorare per siti web e a piccoli progetti personali. 

È probabilmente per questo motivo che l’ambizione e e la passione per il mondo tecnologico, che finisce davanti alla scrivania di Google, dopo aver abbandonato l’università, che purtroppo davanti alle idee di Daniel, risponde con un “no” secco ringraziandolo. 

 

Ed è grazie al “no” dell’impero di Google che inizia il successo di Daniel! 

Infatti, rimboccato le maniche, crea qualcosa di nuovo e soprattutto suo. Nasce così Advertingo (2004), una start up legata alla pubblicità e diventa responsabile tecnico prima di una community di moda Stardoll e poi di Tradera uno store on line svedese.

 

Due anni dopo, nel 2006, Advertingo viene acquistata da TradeDoubler mentre Tradera addirittura da Ebay. E più o meno come Elon Musk, a soli 23 anni, Ek si ritrova ricco e all’apice del successo.

 

Purtroppo come abbiamo detto all’inizio, dopo aver vissuto una vita fatta di lusso e vizi, Daniel capisce che non può fermarsi lì, perché quello stop lo colpisce così forte da portarlo alla depressione. Decide quindi di resettarsi, proprio come un pc e ricominciare a trovare il suo progetto. 

 

Tornato al suo paese natale, Ek, incontra Martin Lorentzon, l’imprenditore che aveva acquista la sua azienda. Il loro rapporto gli porta a spostarsi nel mondo dello streaming musicale e proprio nello stesso anno nasce Spotify, un servizio di musica streaming che sarà, di fatto, destinato a rivoluzionare un intero settore.



Da Napster a Spotify è uno schiocco di dita

Il punto di riferimento per Ek e Lorentzon è la piattaforma di Napster, il servizio che, qualche anno prima, aveva messo in ginocchio le grandi etichette musicali con il suo programma di streaming pirata, ma con una variazione fondamentale: rendere lo streaming musicale, legale!



Anche grazie all’incontro con imprenditori e visionari come il creatore di uTorrent Ludvig Strigeus, Ek inizia ad avere idee chiare e concrete su come lanciare un servizio davvero innovativo.

L’azienda raccoglie 1,5 miliardi di dollari in donazioni: era ora di rilasciare il servizio di musica in tutta Europa. 

 

Dulcis in fundo: uno dei primi grandi finanziatori del progetto non fu altro che Sean Parker, il fondatore di Napster (una vera e propria vincita), che stanziò ben 15 milioni di investimento per far crescere in fretta Spotify. 

 

Il lancio della piattaforma nei vari paesi Europei e poi in tutto il mondo avvenne intorno al 2008 (in questo anno sbarcò Spotify in Italia) mentre negli USA uscirà solo nel 2011. 

 

La particolarità sta nel rilascio precedente delle varie versioni beta, molto apprezzate dagli utenti coinvolti su invito, che fu sconsigliatissimo dall’azienda di seo che ne curava all’epoca il web marketing.

 

Dopo il grande successo, l’azienda di Spotify, inizia ad avere accordi milionari con Twitter, Uber e soprattutto Facebook  (nella quale Ek ha un posto a sedere nell’amministrazione di Zuckerberg)! 

 

Ad oggi, il modello di business di Spotify, si basa su un modello di guadagno definito Freemium, dove i servizi proposti hanno un piano gratuito con delle limitazioni e un piano a pagamento con il superamento dei limiti della versione gratuita.

 

Spotify è un caso scuola di questo modello di business in quanto i suoi ricavi sono davvero importanti. Nel 2015 Spotify ha fatturato 1,95 miliardi di euro (nel 2014 furono 1,08) mentre i ricavi netti del 2017 sono pari a 1,27 miliardi di euro.

 

Spotify ha recentemente avuto una crescita del 19% sugli utenti. Infatti conta 381 milioni di iscritti.




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